Domani sarà il 21 e ci porterà l'autunno. Per ogni splendida foglia che ci volteggerà accanto dall'albero alla terra ognuno di noi avrà una storia, un aneddoto, un sorriso od anche solo un filo di voce legato a questa ennesima splendida estate passata assieme al Bepi, ai Prismas e alla sua musica. Ancora una volta il sommo orobico è riuscito a riscaldare sotto il palco i cuori di ogni bergamasco venuto ad acclamarlo. Poco importa cosa spinge a fare il primo passo verso le note prismatiche e, per chi non rientra dalle valli alla bassa, enigmatiche.
Il dibattito sull'esagesi dei testi e sulla genesi del fenomeno è, come sappiamo, ricco e continuamente aperto a nuove interpretazioni. Rimane solida invece, alla fine di ogni show all'aperto, la sensazione che il Bepi sia riuscito in pieno a legarsi al suo pubblico con un continuo fil rouge di emozioni, tradizioni e luoghi comuni ironizzati con sagacia e rara intelligenza che si evolvono in un sodalizio affatto comune in queste terre abituate più al sodo lavoro che alle celebrazioni di artisti.
Mr. Incani è riuscito a tramutar in parola cantata l'esigenza di un' affermazione orgogliosa delle sue e nostre origini scaturita da un vuoto pressochè atavico e stanziale attorno alle cinta delle mura.
Artista del popolo senza cattedra o riconoscimenti di carta - forse perchè il miglior tributo gli è dato per acclamazione dalla gente - in lui ci si rispecchia e nella sua timbrica si ritrova la scintilla che dà voce ad un ampio spettro di emozioni: dalle semplici beghe quotidiane di ognuno di noi all'amor puro per la bellezza della nostra città.
Adesso non resta che attendere sormioni le nuove sorprese a cui il baffo più famoso de berghem lavorerà nei prossimi giorni: ci avvicineremo con occhio attento alla quiete del freddo che bussa in attesa di poter di nuovo applaudire chi ha reso Bergamo e la sua gente... uno spettacolo!