A Rovetta l'aria è solo che di festa.Nemo profeta torna in patria e sbaraglia.Sale sul palco e canta di una terra che gli sta sotto i piedi e che si porta a spasso per anni dalle vette, alle valli, alla bassa. La risposta è una coreografia umana fatta ad abbraccio che passa da scintille, palloncini e parole d'inchiostro su striscioni tutt'altro che muti.Varca il confine tra il cuore e il calore trasformandosi in un fiume che ha poco di Serio per una sera e molto più l'aspetto di torrente in piena.La squadra neroazzurra lascia per qualche ora il centro della tela e diviene cornice di un omino al quale i calciatori stessi in un paradosso d'emozioni fanno fotografie ribaltando l'impossibile.La band lo segue, massiccia come le Orobie che tendono le cime per farsi più vicine ad osservare queste Prisme con le ali tornare al nido, riscaldarsi e spiccare di nuovo il volo.
E‘nsoma..
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4.8.08Rovetta, per chi non si accontenta. |
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" ... Ma mè sto bè po a chè |
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Regordes bé che chi che ‘ncö i freghina ü tòc de vià ‘ndumà i ta fregherà la cà |
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Bepi & The Prismas - Unofficial Blog - 2006 Tutto quello che ci vedi su scritto è superprotetto e partorito da menti al di là della genialità. Fal braò, me racomande! |
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